Siamo entrati nell’anno centenario dedicato al Cantico di Frate Sole, conosciuto anche come Cantico delle creature. Dal punto di vista storico gli studiosi di francescanesimo ne collocano la composizione tra la fine del 1224 e il 1225. E’ preghiera, ma anche testo poetico tra i più antichi di tutta la letteratura italiana.
Il suo compositore è un Francesco “ferito”: ferito dalla vita che non risparmia colpi dal punto di vista fisico, ma anche affettivo e spirituale, ferito nei suoi ideali da quei fratelli divenuti un po’ più estranei e distanti e, soprattutto ferito dall’Amore che, sul monte della Verna lo ha toccato corpo-cuore, facendogli sentire tutto il dolore e tutto l’Amore provato da Cristo nell’ora della sua acerbissima Passione (cf. FF 1919). Ed è un uomo innamorato Francesco, innamorato di questo Dio fatto Uomo, al punto di volerlo vedere con gli occhi, per lasciarsi avvolgere di dolcezza come avvenuto nella rappresentazione del Presepe a Greccio (Natale 1223) e poi nell’identificazione con Lui attraverso il dono delle stimmate (settembre 1224).
Alla luce di questo itinerario esistenziale, ci lasceremo stupire, lungo tutto quest’anno, dal Cantico delle creature, quale inno alla vita, permeato di contemplazione di tutto il creato attraverso il quale Francesco loda il Creatore.
Sarà un dono per noi lasciarci avvolgere dalla bellezza degli astri come della terra, dai colori e dai sapori dei suoi fiori e frutti, essere dissetati da sorella acqua e vivere tutto questo con rinnovata consapevolezza e gratitudine. Permetteremo a frate Francesco di insegnarci l’arte del perdono, capace di farci uscire dalla gretta logica del rancore e della vendetta, per vivere da fratelli, riconciliati e in pace. E’ un tipo di Pace differente quella che ci dona Gesù e che Egli stesso semina nei nostri cuori (Gv 14,27). Una pace che non si dissolve neppure per gli spauracchi della morte corporale che anzi, secondo la logica francescana, si trasforma da nemica in “sorella”, al pari della luna, delle stelle e di ogni altra realtà creata.
Chiave di volta per vivere in questa nuova prospettiva la nostra esistenza? Diventare, come Francesco persone di lode, benedicenti, capaci di servire Dio e i fratelli cum grande humilitate.
Il Signore, per intercessione di San Francesco d’Assisi, ce lo conceda.
A laude di Cristo e del Poverello di Assisi.
Dalla Verna
Sr Ester Papatola